Collodio umido su vetro (unico)
Vediamo una città onirica, dall'architettura futurista, avvolta da un alone misterioso. Questa è Plasticity, la capitale di un continente nato dal caos petrolchimico. È una megalopoli malleabile e galleggiante che è in continua espansione, ma rimane un luogo oscuro e disabitato, uno strano terreno di sosta per i miliardi di tonnellate di artefatti che abbiamo prodotto, consumato e scartato nel corso di molti decenni. Gettati alla deriva negli oceani, vorticano e si accumulano in un'unica mostruosa città in mezzo agli oceani.
Noi, gli esseri umani, siamo dispersi in modo ineguale in sei continenti, in gruppi che occupano meno del 2% dell'emisfero terrestre, che a sua volta rappresenta solo un terzo della superficie terrestre. La nostra spazzatura di plastica, che non può dissolversi nell'ambiente, è finita nel mare. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore, galleggia liberamente con le onde, poi viene condensato dalle correnti vorticose dell'oceano in una nuova massa terrestre artificiale: il settimo continente.
Questo è un continente di rifiuti antropogenici, e Plasticity è la sua capitale immaginaria. Il continente ha, secondo le stime scientifiche, una superficie pari a circa un sesto degli Stati Uniti. Ma rimane invisibile e disabitato e mortale, perché questo inquinamento uccide la fauna marina che ingoia ciecamente le particelle di plastica fluttuanti come se fossero cibo.
Il nostro progetto artistico è quello di rendere visibile questo letale settimo continente. Incorporarlo per le nostre coscienze. Dargli una forma materiale che non possiamo immaginare.