Con il rapido sviluppo dell'IT e dell'AI, i Vtuber e altre personalità virtualizzate di nazionalità e razza ambigue sono diventati comuni. Sembrava che le ragazze magiche dai capelli colorati degli anime giapponesi che esistono da decenni fossero diventate realtà. Ironia della sorte, la diffusione delle tecnologie informatiche ha anche reso più visibili le discriminazioni di nazionalità, razza, genere e orientamento sessuale. Volevo dare forma a queste sculture in un busto classico, ed è questo che mi ha ispirato a creare quest'opera. Nella sua testa ci sono schede di semiconduttori provenienti dal Giappone e dalla Corea del Sud. Il Giappone e la Corea del Sud sono molto in contrasto tra loro, ma per la figura virtualizzata entrambi sono semplici dispositivi e i confini tra i Paesi non hanno alcun significato. Anche il suo volto e i suoi capelli sono più vicini a una ragazza di un anime che a una persona reale e non rappresentano nessuna razza o persona in particolare. La sua bocca è coperta da un sorriso arcaico. L'obiettivo è creare una rappresentazione tranquilla, simile alle sculture greche o alle statue buddiste. D'altra parte, il lato destro, disseminato di sfere di vetro, è stato creato con l'immagine della tecnologia impazzita e delle emozioni umane che non possono essere soppresse dalla tecnologia. L'opera è una combinazione di opposti, come virtualizzazione e discriminazione, tranquillità e sfogo, sotto forma di busto classico in un'unica scultura.