"WHEN WE SAID 'YES!" è una fotografia macro che cattura il lichene Cladonia pyxidata in un momento impreziosito dalla rugiada, sullo sfondo sereno di una foresta svedese nel 2021. In qualità di fotografo d'arte nutrito dal Nord Artico, sono affascinato dalla delicata bellezza di licheni e muschi, eroi non celebrati della natura che svolgono un ruolo vitale nel nostro ecosistema. Attraverso il mio obiettivo, cerco di amplificare la loro bellezza, celebrando la profonda arte della natura. Questa immagine è una testimonianza della sinergia, il potere collettivo che emerge dall'unità e dalla collaborazione. I licheni, una simbiosi di funghi e alghe, prosperano contro le probabilità, una metafora naturale del "sì" trasformativo che lega e costruisce, trascendendo l'individuo. La scena catturata qui rispecchia una partnership legata dal rispetto e dall'amore reciproco, una famiglia, una comunità, che cresce dalla forza dei voti condivisi. È un momento di convergenza, un'armonia visiva di due esseri che si uniscono per formare un'unica esistenza fiorente. "WHEN WE SAID "YES!"" è un'ode visiva al concetto di unione, che ci insegna che la collaborazione non è solo una forza della natura, ma l'essenza stessa della vita e dell'amore.
INFORMAZIONI SULLA STAMPA: Stampa gicleè su carta Canson Fine Art + COA La stampa è opacizzata in passepartout neutro con supporto di 30x40 cm Dimensioni dell'immagine 21x28 cm Edizione limitata di 25 esemplari Firmata, numerata e stampata dall'artista SULL'AUTORE: Inna Etuvgi, originaria delle coste artiche della Russia, mette in luce il suo background tecnico come fotografa d'arte svedese. Il suo percorso artistico è iniziato nel 2020 e nel 2022 ha ottenuto il riconoscimento di finalista al Premio Arte Laguna 16. Nel 2023 ha ricevuto un'onorificenza per il suo lavoro. Nel 2023 ha ricevuto un'onorificenza dal Comitato svedese per le sovvenzioni alle arti. Le opere di Etuvgi sono presenti nel volume "Photography in the Visual Culture" 22/23. Affrontando la vita con l'afantasia, la mente di Inna non visualizza, ma pulsa di concetti, emozioni e sensazioni vivide. Usa la macchina fotografica non solo per esplorare il mondo, ma anche per esternare i suoi paesaggi mentali unici, rendendoli visibili.
Il critico d'arte Tabish Khan dice dell'arte di Inna: "il suo lavoro consiste nel trasportarci in altri mondi, sia reali che immaginari, ma sempre in armonia con la natura. Può avere una mente cieca alla visualizzazione, ma ha occhi e una macchina fotografica che catturano la bellezza dei mondi che il resto di noi spesso trascura e dà per scontati".