Questa opera d'arte contemporanea è il ritrovamento di un'icona ortodossa originale, decorata con punti di colore a olio. L'opera non è incorniciata. Questa opera fa parte della mia nuova serie di lavori in cui cerco di ricontestualizzare gli oggetti religiosi. Rielaborando l'opera d'arte religiosa, intendo aggiungere nuovi strati all'originale. Attraverso la manipolazione di questi oggetti, intendo riconoscere, sottolineare, che le immagini religiose possono, e spesso lo fanno, manipolarci. In così tanti e innumerevoli modi, il dipinto diventa un'unità di misura del nostro valore: io voglio sovvertire e mettere in discussione questa misura. Oltre a interrogare l'arte religiosa e la sua storia, il mio lavoro è anche un'indagine sulla creazione di segni e, per estensione, sulla sperimentazione di composizione, colore e forma. Mi incuriosisce l'uso dei segni per indicare complicate code contestuali e per significare deliberazioni potenzialmente in grado di cambiare la vita. In secondo luogo, mi interessa la disarmonia del colore e la funzione del colore e delle forme (insieme o separatamente) per trasmettere uno scopo, un significato e un'esperienza. Attraverso una varietà di media, ho scelto come ispirazione una tavolozza di colori a volte complementari e altre volte volutamente contraddittori o apparentemente "distruttivi". La distruzione materiale di un oggetto è subordinata o del tutto inferiore, nella mia mente, all'effetto complessivo creato dall'esperienza estetico-emotiva dell'oggetto o dell'immagine recuperati e contrassegnati. Gioco apertamente con il fascino di nuovi colori e forme estranee e aggressive, invitando questi elementi tecnici nel territorio visivo familiare e tradizionale, altrimenti indiscusso. Tra lo spettatore e l'oggetto vengono così erette barriere e ostacoli attraverso i quali si deve negoziare la comprensione di ciò che è presente e nascosto. Cosa ci dice la creazione di nuovi significati sui vecchi significati o sul significato in generale? Nonostante tutto, e fedele alle mie radici postmoderne, alla fine, come all'inizio, lascio l'attività, la ricezione e la comprensione del mio lavoro interamente nelle mani dello spettatore. È destinato a significare cose diverse per persone diverse che si trovano in stadi diversi di comprensione.