L'America Latina è una regione di grande pluralità etnica. Sebbene la realtà dei popoli di ogni area dell'America abbia sfumature diverse, in tutta la regione permane la segregazione culturale, le tradizioni ancestrali che contrastano con la cultura contemporanea globalizzata e la società dei consumi. Di fronte a questa realtà, intendo salvare una componente estetica artigianale della cultura originaria, i tessuti precolombiani, in quanto costituiscono elementi portatori di un'estetica che integra i valori e la cosmovisione dei popoli originari.
Osservando questi tessuti provenienti da culture ancestrali come: Maya, Inca, Huari, Moche, Mapuche, Aymara, ne studio l'iconografia, la simbologia, la colorazione e la composizione, e scopro che questa visione del mondo combina un profondo rispetto per la natura e la ricerca di un'armonia tra gli esseri umani e il loro essere essenziale (spirito) e l'ambiente circostante.
Riproduco, attraverso il simulacro che la pittura a olio e la tecnica mista mi permettono di creare, per mezzo del processo di collage, diverse composizioni che creano una miscela dei tessuti selezionati. Le mie opere connotano un salvataggio archeologico, i frammenti e i brandelli di tessuto rappresentano la segregazione di queste culture. Con questa mostra intendo creare una riflessione sull'identità latinoamericana, prendendo l'estetica artigianale dei tessuti e conferendole la categoria di arte convenzionale in un formato pittorico. L'interrogativo alto che il mio lavoro comporta è l'idea che una società evoluta e integrante debba avere un'interazione orizzontale e sinergica tra tutti i suoi membri, ovvero che le culture condivise debbano armonizzarsi, in questo caso, tra il contemporaneo della società dei consumi e l'originale che persiste.