Al diablo, las flores!

Concetto

Il mio lavoro è il risultato della costante ricerca di un punto di mezzo; il tentativo di unire e conciliare idee contrarie e la ricerca di farle coincidere tra loro. Cerco di essere, anche se so che è impossibile; essere la tanto chiacchierata "moneta d'oro".
L'implementazione di materiali "spazzatura" nelle mie opere è dovuto ad un evento della mia infanzia, in cui ho tenuto tutto, ma tutto ciò che aveva un volto, che ha generato un senso di colpa per buttarlo via con quel fatto, cercato avidamente di dare una seconda possibilità alle cose, dare loro un nuovo modo per continuare ad esistere

Quando sentiamo la parola Kabuki, molti di noi pensano immediatamente al canto o alla danza del teatro giapponese, tra l'altro poco diffuso in Occidente; tuttavia, questa parola significa anche "qualcosa fuori dall'ordinario" e questa è la parte interessante: l'insolito, l'unico, il non ortodosso e lo straordinario che il teatro e la cultura giapponese offrono al mondo.
Nel caso del teatro, possiamo godere dell'iperstilizzazione dell'idea di uomo, nel teatro, attraverso il trucco, l'uso di abiti altamente dettagliati, simbolici e maestosi, un uomo diventa un Dio, un monaco, un grande guerriero e questo è uno dei grandi motivi per cui il teatro Kabuki riesce a catturare la nostra attenzione e catturare i nostri sensi.
In Messico, invece, l'aspetto più semplice e umile della nostra gastronomia è il "cibo di strada". La più chiara espressione e sincretismo della nostra cultura si riassume in un bicchiere di mais.
Quello che si mangia per strada, gli spuntini messicani, nel modo meno pretenzioso, uno per tutti: ricchi e poveri, monaci e peccatori, guerrieri e pacifisti, dei e mortali, come condividono al tavolo comune in strada.