In quest'opera ho usato vecchi e pastosi colori ad olio come agente strutturante per dare vita al dipinto e dargli una struttura, una vivacità.
Ho usato i toni della terra per mostrare che noi e tutti gli esseri viventi sulla terra siamo fatti dello stesso fango, atomi e proteine. Non una sola zia è diversa o separata dal resto. Se un altro essere soffre da qualche parte, sono anch'io che soffro. Se c'è un barcone di rifugiati che affonda nel Mediterraneo, la mia vita ne risente, che io lo senta o no. Se il fiume è inquinato dal petrolio o da tonnellate di plastica è anche il mio corpo che urla. Una Madre, una Terra, un corpo, una vita. Ogni vita è intrecciata con quella dell'altro. Un corpo che affonda nel mare diventa parte del mare e attraverso la catena alimentare, attraverso il ciclo dell'acqua questa vita a un certo punto diventa nostra. Respiriamo l'aria dell'altro. Il mio respiro diventa il tuo. Il tuo destino diventa il mio.