Azione
Il corpo pensa, il corpo parla, ma il suo linguaggio non viene percepito. Nella serie dei ballerini, lo sguardo è invitato a questo fatto. Corpi danzanti multipli comunicano con il mondo e sfidano l'immagine statica che diventa immobile con la fine della corsa. I ballerini non si fermano. In questi dipinti l'immagine conferisce il movimento e problematizza varie sfere di limiti al di là del movimento nell'immagine. Voglio dire, le forme standardizzate, lo spazio occupato, l'astratto e il concreto.
Il movimento degli esseri che vi sono esposti nasce dalla spontaneità che è il modo in cui l'inconscio si presenta. La libertà di questi esseri disegna quest'altro tipo di accesso, un nuovo vocabolario, come condizione di una ripetizione differenziale.
A sua volta, la luce è dominata dai colori scelti e modella la scena. È attraverso di essa che l'osservatore deduce il posto dei ballerini - sul palco? in un'accademia? nell'immaginazione del coreografo? nella mente del ballerino nel momento esatto in cui danza? La luce che racconta e questo luogo una volta identificato è il filo conduttore per capire la messa in discussione dei limiti.
La danza connette intimità, fragilità, forze, umanità. Sfida le relazioni di potere strutturate. Va oltre il comportamento, perché sintetizza l'inconscio e la razionalizzazione stabilendo un luogo intermedio di idee. Celebra la tensione della ricerca del divertimento, la ricerca della verità, la ricerca dell'espansione dell'anima.