Landscape in Green

Concetto

Per Carolina Andrada, le tele e i paraventi sono i muri che compongono i suoi sogni. Ma non sono muri limitanti, piuttosto sono aperti all'immaginazione, al paesaggio dei sogni, alla memoria e alle emozioni. Questi supporti acquistano per lei un'altra dimensione fisica e onirica, da bambina le permettevano di "entrare e uscire" da essa, e dalla pittura stessa, e ora anche. Da adulta, tele, schermi e foreste continuano ad accompagnare Carolina nello stesso senso di quando era bambina, solo con nuovi elementi incorporati, sono parte di lei.

Il suo rapporto con i boschi è sempre stato molto stretto, ma anche i racconti e le leggende hanno avuto una profonda influenza sul suo modo di percepire il paesaggio onirico.
Oltre a questo vuole realizzare un saggio sulla Filosofia del Paesaggio presente nella Storia dell'Arte dal XVII secolo, come ultimo genere e il più moderno nella pittura. In questo modo Carolina ha la possibilità di "espandere" questa idea di paesaggio, da parametri più profondi che sono oltre il territorio limitato della storia che conosciamo.
Oltre all'ispirazione in questi parametri, la forza plastica che è già data dai supporti di Tela e Schermo che lei usa la aiuta, e i riferimenti paesaggistici di artisti storici e attuali, come Guardi, Poussin, Watteau, Markus Lüpertz, ecc.

Quest'ultimo è stato storicamente utilizzato in modo decorativo e funzionale, e il suo approccio alla pittura non è legato a questa idea piatta di decorare o di adattare il pezzo da qualche parte, ma usa un supporto che la aiuta a strutturare il dipinto, che si integra con la plastica, e invece di mostrarsi come un altro oggetto, fermo e piatto, gioca con se stesso, con la sua struttura divisa, e plasma il dipinto creando infiniti punti di vista.

È un veicolo in più nella sua ricerca di espressione e manifestazione artistica, decostruendo il paesaggio come motivo. È un realismo espresso dell'immaginario, un realismo fondato sulla costituzione immaginaria, sulla forza creativa dello sguardo.