Desidero disegnare le basi della vita e la dignità della vita attraverso forme astratte della natura e dell'uomo. Il lavoro per questa mostra è iniziato con la figura umana. Man mano che costruivo la mia ricerca, nasceva un senso di volume come "l'anima dell'anima". Volevo sovrapporre uno spaccato della situazione del mondo reale con i miei pensieri e catturarlo come espressione. La massa nera al centro dello schermo è la forma umana. Un torso bizzarro senza occhi né naso, è il prototipo di un essere umano violentemente spogliato, nato da una collisione assurda, un essere umano innocente e schiacciato. La figura stessa della sofferenza dell'oppresso "innocente" esiste come incapsulata in essa. Ma "non dobbiamo solo disperare" Sul lato destro dell'immagine c'è un feto che sta per nascere, come racchiuso nel liquido amniotico. È una figura avvolta in morbide pennellate gialle, in attesa del momento della nascita. Lì risuona il "battito della vita". Volevo raffigurare la rinascita dalla "morte" e la vita che sta per nascere, "la gioia della nascita allo stesso tempo". Volevo trasmettere l'idea che la vita che nasce è un simbolo di speranza, che è la speranza degli esseri umani.