GÉNESIS no. V

Concetto

Vedo la rinascita di un'opera in cui mi rifugio giorno per giorno alla ricerca del suo linguaggio. Una tela come fedele confidente dei miei sentimenti. Emozioni contrastanti che provengono da un canale sociale pieno di forme e colori. E dove alla fine si sviluppano in un sogno a lungo agognato...". ASTRAZIONE..." Mi rifugio in essa semplicemente per la sua fedeltà nell'esprimere che non è così vuota come a volte vuole essere vista. Che non si tratta solo di forme amorfe, di trame sciolte o di semplici macchie colorate. Vivo con loro ogni giorno della mia vita. Allo stesso modo in cui mi mostrano realtà nascoste, che dipendono solo da uno stato emotivo, dall'atmosfera presente, dalle luci intorno a loro, dalla loro posizione e dallo spazio, da ciò che ognuno è in grado di trovarvi. A questo punto della mia vita ho capito che l'astrazione non è altro che il significato e il riflesso di ogni aspettativa e della sua identificazione con essa. Negare il loro linguaggio per la mia comprensione non è altro che pigrizia visiva. E non è meno vero che ogni opera astratta è il riflesso stesso del suo significato in sé e della sua interpretazione personale, ma negare che ognuna di esse abbia una vita e un linguaggio propri è aberrante. L'ho già detto in un'occasione e difendo la posizione secondo cui "l'astrazione non è altro che una realtà scomposta che, dopo averla tanto osservata, siamo finalmente riusciti a comporre".