Concetto
" Dopo le avventure e le tentazioni delle avanguardie, le esperienze molto spesso negative e distruttive, le teorie, gli atteggiamenti, i manifesti, il rumore e la rabbia high-tech, il postmodernismo degli ultimi vent'anni, appare ancora una volta la pittura che si rivolge agli uccelli, al corpo femminile, agli alberi, alla Luna, alle erbe e alle acque.
La pittura di Simonida Djordjevic è un'apologia della più personale, qualcosa che scorre nel sangue e nei succhi dell'essere. Anche se i riferimenti storici e moderni con diverse forme d'arte possono essere stabiliti, la sua pittura è informale, senza piano e programma, soprattutto può essere estetica rinunciare a istinti, presentimenti e visioni. Questo è uno sforzo specifico nella nostra arte moderna con l'obiettivo di liberare l'immagine, e l'Arte di entrare nei vapori della natura, per trovare la saggezza. Lo sforzo personale di tale pittura, attraente, scompare nell'universale, che caratterizza ogni essere umano. Perciò la pittura di Simonida Djordjevic è a volte vigorosa, sciamanica, frenetica ed esteticamente di alta temperatura, comprensibile a stregoni, bambini e amanti, perché batte in colpi infuocati. Così il pittore toglie dall'eternità i momenti consacrati e salva i migliori.
A volte quella violenza, l'atto pittorico come rituale, il mistero del fare quadri, pezzi di mite armonia, appare come seguendo l'idea di Leonid Shejka che verrà di nuovo il tempo in cui il cielo e la terra, l'erba, le nuvole e gli uccelli entreranno nel quadro. L'Arte, non significa nostalgia, ricordo, lamento caduto, svanito, ma l'Arte come promessa, presentimento, premonizione di qualcosa di possibile. Qualcosa che è molto antico come molto nuovo.
Nel suo nome e nel nome del Sole, corone di alberi e tori di Creta, il pittore si erge contro tutte le degenerazioni, degradanti, contro la distruzione, l'odio e le paure. Sotto tutti gli strati si trova l'ultimo senso dell'estetica e dell'arte, l'ultimo livello del sistema di valori, confini che ci dividono dal caos e dalla nullità. Come ci rendiamo conto dai dipinti di Simonida Djordjevic che non è un abisso subconscio, ma un bastione fiorente pieno di foglie e fiori".
Dejan Djoric, critico di arti visive