Questi due pezzi sono proiettati davanti a uno specchio e si impegnano in un dialogo di silenzio. Un prima e un dopo, segnati da quella "linea sottile" su cui ci ha posto Covid.
Vita, morte.
Libertà, isolamento.
Coraggio, paura.
Come artista ero così orgoglioso che guardai il mio lavoro e ruppi con tutto quello che avevo imparato fino a quel momento, presi i miei quadri, li manipolai e li scartai, cercando di fare un passo oltre lo stabilito. L'ho chiamato "Deconstruct".
(Ora questa mi sembra una metafora applicata all'essere umano).
Il Covid è arrivato e ha fermato tutto, ha congelato i momenti, le idee, la mente, i progetti, le avventure e ci ha fatto guardare dentro, lentamente. Il tempo non passò e il mondo si fermò di colpo.
Quando questo è successo, la nostra creatività, lottando per vivere, ha fatto un passo avanti e ha cercato il colore, la forma, la gioia, le pennellate libere e ha dipinto con tutta la sua forza un messaggio di gioia, di voglia di vivere, di andare avanti, ed è allora che ha potuto vedere il suo riflesso nel mondo.