Tribeca

Concetto

Non ho mai frequentato la scuola d'arte, la mia vita è sempre stata segnata dal dualismo tra creatività artistica
creatività artistica e capacità imprenditoriali. Mi considero un autodidatta, e come tale ho sempre
cercato l'autonomia nel mio modo di fare.
Sono un artista realista e come tale dipingo scene di vita quotidiana, scene del mio tempo. In ogni modo, io
lascio una testimonianza del mio passaggio. L'idea è quella di catturare il respiro vitale della città attraverso il flusso
della vita della gente per le strade. Per così dire, le nostre strade si sono incrociate e hanno cambiato reciprocamente il loro
corso. Con i miei dipinti, racconto l'inizio di una storia, lasciando come sempre allo spettatore la
libertà di immaginare la continuazione secondo la propria esperienza.
Facendo questo cerco sempre di bilanciare le due forze che mi portano a dipingere: la prima marcata
realismo l'altra ad una semplificazione più concettuale dei tratti.
Tutta la mia pittura riflette completamente il dualismo tra queste due forze. Le sfumature di colore in
passi come curve di livello di una mappa ha un significato preciso. Qui arriva quello che io chiamo "realismo campionato".
A prima vista, quando si guardano i miei dipinti, si può avere un impatto quasi realistico, ma a più
attentamente si possono apprezzare tutte le perdite definite dai diversi colori tra le
curve. È un po' una metafora della moderna vita digitale. Giorno dopo giorno perdiamo alcuni pezzi che
sentiamo senza valore, ma distrattamente non riusciamo a percepire questa perdita. Queste lacune rappresentano non solo le
carenze della nostra vita, ma allo stesso tempo ci danno l'opportunità di costruire una nuova realtà
riformulata sulla nostra conoscenza ed esperienza.