I fiori di quest'opera sono ispirati ai "gigli" di Ohara koson.
L'approccio di Weir alla pittura è stato influenzato dai Paesi in cui ha vissuto: Scozia, Paesi Bassi, Giappone, Ungheria e Germania. Dal 2005 ha vissuto in paesi in cui l'inglese non era la prima lingua. L'esperienza di vivere in città in cui (inizialmente) non riusciva a capire la parola scritta o parlata si riflette nelle sue opere d'arte attraverso le immagini utilizzate. Weir si diverte a creare un'interazione tra forme riconoscibili e astratte. Il familiare e l'estraneo. È affascinato dalla relazione tra i simboli (ad esempio il linguaggio e il simbolismo mitologico) e la varietà di significati che contengono. Questi sistemi comunicativi che creiamo, modifichiamo e scartiamo hanno una natura effimera. Le singole parole perdono il loro significato originale e cambiano, e possono avere significati diversi a seconda dell'utente. Intere lingue vengono perse, scoperte e create. Simboli un tempo tabù o progressisti diventano irrilevanti. Queste idee contrastanti e transitorie sono per lui un punto di confusione, umorismo e felicità. Le opere di Weir sono un modo per condividere questi sentimenti attraverso un collage di strati di pittura, motivi, oggetti trovati e testi.
Questo pezzo è protetto da una vernice opaca. È firmata con un Hanko (timbro con il nome), siglata, datata e intitolata sul retro.