Questo dipinto fa riferimento alla serie "Skulls" di Warhol del 1976. L'approccio di Weir alla pittura è stato influenzato dai paesi in cui ha vissuto - Scozia, Paesi Bassi, Giappone, Ungheria e Germania. Dal 2005 ha vissuto in paesi dove l'inglese non era la prima lingua. L'esperienza di vivere in città dove (inizialmente) non poteva capire la parola scritta o parlata si riflette nelle sue opere d'arte attraverso le immagini utilizzate. Weir si diverte a creare un'interazione tra forme riconoscibili e astratte. Il familiare e lo straniero. È affascinato dalla relazione tra i simboli (ad esempio il linguaggio e il simbolismo mitologico) e la varietà di significati che contengono. Questi sistemi comunicativi che creiamo, modifichiamo e scartiamo hanno una natura effimera. Le singole parole perdono il loro significato originale e cambiano, e possono avere significati diversi a seconda dell'utente. Intere lingue si perdono, si scoprono e si creano. Simboli che una volta erano tabù o progressivi diventano irrilevanti. Queste idee conflittuali e transitorie sono per lui un punto di confusione, umorismo e felicità. Le opere di Weir sono un modo per condividere questi sentimenti attraverso un collage di strati di pittura, motivi, oggetti trovati e testo.
Questo pezzo è protetto da una vernice opaca. È firmato con un Hanko (timbro del nome), siglato, datato e titolato sul retro.