La tela non è più una superficie piatta ma tridimensionale: tensioni e pieghe che, come canyon, ci riportano all'origine geologica dell'Italia stessa; tensioni al limite, vulcaniche, come lo Stromboli, il Vesuvio o l'Etna, pronti per una frattura tettonica, una forza viva che vuole uscire dal quadro; spessi canali che generano luce attraverso le ombre posizionandosi da diversi punti di vista e, a seconda che la luce sia diffusa o rada, cambia la percezione dello spettatore e il pubblico entra nel quadro; che delineando un movimento continuo, cerca di uscire dalla staticità della materia per tornare all'esperienza del movimento video, del movimento rosso Ferrari; tensioni su tela come griglie video o un quadro geologico della mente.