Sarushima No.3

Concetto

Nel mondo in cui viviamo ci sono cose visibili e invisibili. Il visibile è il nostro corpo, l'aspetto degli altri, gli oggetti, la natura e le immagini, solo per citarne alcuni. Quali sono le "cose invisibili"? Per esempio, le onde radio, le lunghezze d'onda della luce, i germi microscopici come i virus, l'universo lontano, ecc. Tra le tante "cose invisibili", la più primordiale e quella che si è radicata nella nostra vita è la coscienza umana. Ognuno di noi vive con la propria coscienza. La coscienza è per noi la base della vita, eppure non abbiamo modo di confermarne l'esistenza con i nostri occhi. Tuttavia, crediamo che l'unico modo per accedervi sia rivolgere la nostra attenzione al mondo in cui viviamo. Possiamo vedere il mondo, ascoltare i suoi suoni, sentire i suoi odori. L'accesso al mondo da parte dei nostri organi di senso ci permette di prendere coscienza della presenza della coscienza. L'artista vuole trovare l'astrazione nella presenza di questa coscienza. Per l'artista, l'approccio all'astrazione consiste innanzitutto nel toccare il mondo, per poi proiettare sulla propria opera i segni del mondo che vi percepisce. In altre parole, l'artista sovrappone l'immagine del mondo così come si riflette nei suoi organi di senso e il modo in cui lo percepisce. Pertanto, piuttosto che colori e forme concrete, l'artista dà colore e consistenza a forme che sono state semplificate e hanno perso il loro nome, e dispone queste forme in modo compositivo sulla tela, cercando di creare un'immagine della connessione tra la coscienza dell'artista e il mondo, concentrandosi sui segni che derivano dal soggetto. Questo approccio può essere visto come un'esplorazione di una nuova riproducibilità sensoriale attraverso la pittura astratta.