Quest'opera è la terza della serie Eternal Trio, ma anche una delle serie Parkscapes. Eternal Trio" è il titolo di una serie di opere paesaggistiche punteggiate da "tre esseri". In quest'opera, i "tre esseri = trio" sono tre attrezzi da gioco a forma di animale in una sabbiera del parco. (In altre opere della serie, non sono necessariamente persone). Quando quest'opera è stata realizzata nel 2010, i parchi venivano spesso scelti come motivo per i dipinti di paesaggio. Ho pensato: "Mi piacerebbe realizzare una serie di paesaggi di parchi nello stile delle nature morte di Morandi". Questa è stata la motivazione alla base della creazione della serie Parkscapes. Questo lavoro si basa su interviste in un parco della città di Naha, nella prefettura di Okinawa, dove l'artista vive. Non c'è una conclusione da trarre dall'opera. Tutto è lasciato all'immaginazione dello spettatore. Non solo quest'opera, ma anche gli altri lavori di Fujimoto comprendono paesaggi che raffigurano varie scene, e sarei felice se funzionassero come un "veicolo" su cui trasportare i pensieri e le ispirazioni dello spettatore. Come si guida? È lo spettatore a decidere dove vuole andare. Sarei felice se potesse fare qualsiasi escursione desideri nella sua mente, trascendendo il tempo, lo spazio e le varie barriere che esistono nel mondo reale. Come altri lavori di Fujimoto, le opere sono realizzate con una tecnica che consiste in strati di pittura acrilica e nella levigatura con carta vetrata. L'opera presenta una superficie liscia e una colorazione unica. I pannelli di compensato del supporto sono bifacciali sul fronte e sul retro e sono ulteriormente rivestiti su tutta la superficie, compresi i lati, per aumentarne la durata contro le variazioni di umidità. Il retro del pannello è dotato di un cordoncino che consente di utilizzare spilli o ganci per l'installazione. Lo schermo e i lati possono essere puliti, facilitando il mantenimento dell'opera in buone condizioni. La caratteristica "magia a più strati" del dipinto dovrebbe essere sfruttata. Una scena che può esistere solo con la pittura su un supporto. Nel 1999 ho trovato una tecnica che rispondeva alle mie esigenze e da allora la uso come strumento per esplorare le possibilità della pittura.