La terza domenica di giugno, negli Stati Uniti si celebra la Festa del papà e i Chicago Bulls dovevano giocare la finale. Non erano passati nemmeno tre anni da quel luglio del ’93,quando papà James fu ucciso. Jordan gioca tutta la gara con l’unico pensiero in testa: vincere per lui. Alla sirena tutto lo stadio guarda sul parquet: si abbracciano i campioni ma si cerca “Il” campione. Lui è nello spogliatoio che piange, singhiozzando, con il pallone da basket, suo amico fraterno, tra le mani. La scelta di disegnare questa scena è dovuta al fatto che si può essere anche una leggenda, ma la famiglia resta sempre un punto cardine per chiunque, e soprattutto anche la mia voglia di scongiurare le liti familiari, perché credo che il senso di appartenenza ai propri cari sia un diritto che tutti dovrebbero avere.
La tecnica con cui è stato realizzato tale disegno è il dotwork, ovvero insieme di puntini riempiono la figura per darle profondità e i punti sono più numerosi nelle zone d'ombra. Il tempo impegnato da me per produrre tale opera è di circa 100 ore. I materiali impiegati sono un foglio(48x33 cm) e i pennarelli indelebili stilografici con la punta da 0,05 cm a 0,5 cm.