L'opera di computer grafica "Viviamo di finzione, mentre andiamo a caccia di fatti" è una composizione astratta che esplora i temi della finzione, dei fatti e dell'informazione. La figura centrale è una sagoma di una persona sdraiata su un cuscino con l'etichetta "FICTION", a suggerire che il nostro io più profondo, nel sonno, cerca narrazioni per vivere piuttosto che seguire i fatti. Le due figure centrali sono figure astratte e prominenti simili a esseri umani al centro della composizione. La figura di sinistra sembra essere blu e rappresenta la "finzione", mentre la figura di destra è bianca e forse rappresenta i "fatti". La figura blu è sdraiata su un cuscino con la scritta "FICTION", sottolineando la sua associazione con il titolo. Ironicamente, la figura bianca del fatto ci permette di percepire dove dorme la finzione. Sullo sfondo, si intromette un testo ripetuto e frammentato che sembra contribuire al tema del sovraccarico di informazioni o del rumore attraverso il quale si deve setacciare per trovare la verità. Sopra la composizione centrale, un corvo che trasporta una chiave rafforza l'idea della "caccia ai fatti", suggerendo che solo un'attività di sciacallaggio destinata permetterà di riconciliare fatti e finzione, entrambi essenziali per una sana esistenza umana.
In quest'opera Skyler suggerisce quindi che senza una buona storia, la chiave che è partecipativa per tutti i membri della società e che racchiude in modo significativo quelle che sono le pennellate principali della giornata di ogni cittadino, il corvo rimane con rifiuti disparati. Infine, in termini di schema cromatico, l'uso di colori netti e contrastanti (blu per la finzione e bianco per i fatti) serve a differenziare visivamente i due concetti. I colori verde e oro utilizzati nella cornice aggiungono una qualità ricca, quasi regale, forse suggerendo il valore o il tesoro della ricerca della verità. La composizione complessiva suggerisce una tensione o un contrasto tra il mondo soggettivo e immaginativo della finzione e quello oggettivo e fattuale delle informazioni e dei dati. Il titolo, "Viviamo di finzione, andiamo a caccia di fatti", rafforza questa idea e invita lo spettatore a considerare il ruolo della finzione e dei fatti nelle nostre vite e il modo in cui navighiamo tra i due. L'uso della figura in silhouette aggiunge anche un senso di anonimato e universalità all'opera, suggerendo che si tratta di un'esperienza umana condivisa, piuttosto che della storia di un individuo specifico. Nel complesso, l'immagine induce lo spettatore a riflettere sul rapporto tra finzione e fatti, sui modi in cui costruiamo e consumiamo le informazioni e sul bisogno umano sottostante di narrazione e verità.