dmitry pitenin

Perché faccio foto? È uno dei modi di comunicazione discreta con il mondo, una forma di meditazione. Le mie corde interne vibrano con un timbro dolce e una sensazione di strisciamento mentre fotografo la natura.

Una foto per me è un'opportunità. L'opportunità di uscire dalla routine, l'opportunit...

Perché faccio foto? È uno dei modi di comunicazione discreta con il mondo, una forma di meditazione. Le mie corde interne vibrano con un timbro dolce e una sensazione di strisciamento mentre fotografo la natura.

Una foto per me è un'opportunità. L'opportunità di uscire dalla routine, l'opportunità di godere, l'opportunità di sperimentare, l'opportunità di guardare e vedere un po' diversamente.

Il mio lavoro non è una fissazione documentaria della realtà, è un tentativo di trasmettere stati d'animo e sensazioni, fluidi inafferrabili e inesprimibili. Allo stesso tempo, non contraddico la materia documentaria della fotografia. Non porto nessuna interferenza sgarbata, cambiando la realtà digitale per amore dell'efficienza. Tutte le immagini sono autentiche, senza edizione grafica.

È un equilibrio tra i bordi della realtà e alcune sostanze sottili. È un tentativo di toccare un velo teso tra il familiare e l'inesplicabile. Respirare l'aria di un altro mondo senza danneggiare la membrana sensibile. Vedere le cose inafferrabili e rimanere inosservati. Guardare oltre la terra di Deepwater Fish.

Parlo della bellezza nelle cose ordinarie. Di molte cose che spesso passano inosservate e sembrano insignificanti nel trambusto e nella "schiuma" dei giorni. Della fragilità e della maestosità della natura. Dell'aria che è invisibile, ma essenziale per esistere.

Cerco sensazioni semplici come la ruvidità della pietra, il calore del sole e la freschezza del vento. Come la serenità del mare salato. Come la solenne armonia dell'attrazione della luna. Come un senso di scivolosità del ghiaccio e un allarme di foresta crepuscolare. Come un vuoto profondo tra i battiti del cuore.

Studio lo stato limite del rapporto tra uomo, tempo e natura. Condizioni interne inspiegabili al confine tra giorno e notte. Paura del buio, paura del vuoto, paura del silenzio. Non paura dell'assenza - paura della presenza non rilevata.

Parlo della vita sul confine.