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Salvatore Balice, architetto interior designer e artista interdisciplinare autodidatta.
Dopo aver conseguito un Master in Business Administration nel 1992, sente di voler approfondire l'aspetto umanistico più che quello del mondo manageriale aziendale. Si iscrive quindi al corso di laurea in Lingue...

Salvatore Balice, architetto interior designer e artista interdisciplinare autodidatta.
Dopo aver conseguito un Master in Business Administration nel 1992, sente di voler approfondire l'aspetto umanistico più che quello del mondo manageriale aziendale. Si iscrive quindi al corso di laurea in Lingue e Letterature Straniere dove si appassiona agli studi di semiotica e filosofia del linguaggio. Nel 1998 abbandona gli studi e decide di intraprendere un percorso di ricerca individuale, trasferendosi per circa 4 mesi in un ashram in India. È da questo momento che inizia un percorso di apertura verso la parte più profonda di sé, verso il mondo dell'architettura e delle arti. Seguiranno diversi viaggi in Giappone e uno stretto legame con la cultura di quel Paese. Nel 2001 si trasferisce a Londra dove studia Architectural Interior Design. Dopo due anni ha aperto un proprio studio professionale di interior & furniture design a Londra. Nel 2006 torna a vivere a Bari e si iscrive al corso di laurea in Scienze e Tecniche dell'Architettura presso l'Università di Pescara. Negli anni successivi, mentre lavora come interior designer e progettista di mobili, studia da autodidatta la fotografia, che in principio affianca alla pratica dell'architettura d'interni, per poi svilupparla in una direzione di ricerca artistica incentrata sull'ambiente antropizzato e sugli aspetti legati all'ascolto profondo di sé. Questo tipo di ricerca porterà a una serie di approfondimenti sulla storia della filosofia occidentale, sul teatro di Carmelo Bene e sullo studio del suo pensiero, sul tema del linguaggio affrontato da Jaques Derrida e sullo studio e la pratica dell'insegnamento di Jiddu Krishnamurti. Negli anni successivi, al mezzo fotografico si affiancheranno la pittura e la scultura/installazione. Nella fotografia prevarrà la tecnica del collage digitale e tutte le fotografie scattate avranno lo scopo di assemblarle in un unico scatto per ottenere un'immagine finale che produca un racconto più ampio e criptico allo stesso tempo. In pittura sperimenterà varie tecniche, dalla pittura con acrilico su carta e tela, con e senza l'aggiunta di elementi materici come gesso e carta, all'uso di colori ad olio mescolati con cera d'api (cera fredda) su pannelli di legno di pioppo e all'uso di colori ad encausto a freddo. La corrente pittorica di maggiore ispirazione sarà quella dell'espressionismo astratto americano che porterà alla produzione di opere più vicine all'"arte non rappresentativa" che all'"arte astratta". Anche le sculture in terracotta e grezze conterranno il carattere astratto, così come le installazioni realizzate con materiali di recupero.