Concetto
MANIFESTO DELL'ARTE NEORUPESTRE
Manifesto dell'arte neorupestre
di Andrea Benetti
Fin dagli albori dell'umanità, ben prima dell'invenzione del linguaggio scritto, l'uomo ha sentito il bisogno di comunicare, di lasciare una traccia del suo passaggio in questo mondo. Ciò è avvenuto attraverso la...
MANIFESTO DELL'ARTE NEORUPESTRE
Manifesto dell'arte neorupestre
di Andrea Benetti
Fin dagli albori dell'umanità, ben prima dell'invenzione del linguaggio scritto, l'uomo ha sentito il bisogno di comunicare, di lasciare una traccia del suo passaggio in questo mondo. Ciò è avvenuto attraverso la pittura.
L'uomo primitivo doveva confrontarsi ogni giorno con il sole, la terra, le acque e il cielo... doveva trovare un modo per trovare il suo posto nell'equilibrio della Natura. E anche quando la Natura non era minacciosa, egli ne aveva soggezione, trattandola con il rispetto dovuto a una divinità, nella piena consapevolezza dei propri limiti umani. L'uomo contemporaneo ha negato quei limiti e calpestato quel rispetto, ponendosi al centro dell'universo e dando ai propri bisogni egoistici la priorità assoluta. Così facendo, ha stupidamente distrutto l'incanto e profanato la sacralità della Vita e della Natura.
Facciamo quindi un passo indietro.
Ricominciamo da capo, con il giusto rispetto per la Natura e per la vita umana come punto di partenza. L'arte deve ricominciare dalla sua forma più antica: la pittura delle caverne.
Dobbiamo tornare agli albori dell'uomo e della sua arte primordiale per ricostruire il mondo: un mondo nuovo in cui il rispetto della natura e della dignità umana siano finalmente al centro della volontà dell'uomo. Solo così riaffermeremo la sacralità della Vita che abbiamo sacrificato a favore di uno stile di vita vuoto e miope, che ci ha portato alla nostra stessa distruzione. Dobbiamo ricreare le condizioni necessarie per poter avvolgere il mondo di amore e di pace.
Cominciamo dalle pitture rupestri, con le quali l'uomo primitivo, molto più saggio di noi, decorava le sue pareti rocciose per ottenere il favore delle forze soprannaturali.
Questo è ciò che l'arte può fare.
Dobbiamo riscoprire in noi quell'essenza primordiale e incontaminata, libera dai preconcetti che condizionano l'uomo moderno: condizioni imposte da una società globale orientata al consumo che ci spinge a diventare produttori inarrestabili e consumatori insaziabili di un flusso infinito di beni.
Occorre riequilibrare il rapporto tra Uomo e Ambiente, tra produzione e consumo.
Dobbiamo ricercare la purezza del bambino che è in noi e che non ha ancora scoperto il mondo, ma lo interpreta attraverso la sua immaginazione, osservandolo con meraviglia e curiosità.
Dobbiamo vivere come se il momento presente fosse eterno, guardando al passato con occhio critico, ma costruttivo. Dobbiamo smettere di considerare la nostra vita come meramente utilitaristica, dove ogni azione può essere paragonata a una mossa di scacchi, finalizzata alla conquista della scacchiera.
Dobbiamo imparare a vivere ascoltando la nostra essenza: quell'essenza infantile che ama il contatto con la natura, mangia cibi sani, vive in sintonia con le tradizioni, i valori radicati e ampiamente condivisi che da tempo sostengono l'umanità. Cerchiamo rifugio dai blocchi di cemento che avanzano, dalla plastica che è arrivata ad avvolgere ogni cosa, dal ritmo frenetico che permea inconsciamente ogni nostra azione, spingendoci a correre a perdifiato anche quando non c'è effettivamente bisogno di correre.
Riprendiamo il corso della storia e non accettiamo passivamente i cambiamenti imposti dai poteri forti che, attraverso campagne di tattica di persuasione, hanno cercato di toglierci la nostra individualità e di ridurci a meri numeri, appesantiti da menti pesanti.
Una persona non può essere ridotta a un numero, nemmeno di fronte all'aumento senza precedenti della popolazione mondiale.
Dobbiamo ricordare che l'essere umano è, prima di tutto, un'essenza eterea, al di là del suo corpo materiale, troppo spesso ossessionato dalla ricerca di piaceri effimeri. Questo concetto sembra essere sfuggito alla nostra mente cosciente e la sua fuga ha avuto conseguenze terribili. Negare o non coltivare la sfera immateriale della nostra umanità significa negare ciò che ci rende umani.
Questo concetto non è radicato in nessuna religione, ma è il frutto di una visione "dualistica" dell'individuo che riconosce che gli esseri umani si sviluppano e crescono su entrambi i livelli. Non permettere che il lato materiale della vita prevalga su quello etereo è un segno di saggezza e consapevolezza che ci eleva al di sopra delle altre creature viventi. Senza questo elemento di mistero, di immaterialità, l'uomo non ha futuro ed è destinato a estinguersi. Ma prima di estinguersi, avrà raggiunto il punto più basso della sua esistenza, dove la vita stessa cessa di avere valore, essendo stata sacrificata sull'altare di un edonismo sfrenato e privo di qualsiasi contenuto solido. Allo stesso modo, per quanto riguarda l'arte, i simboli, le linee e i colori devono tornare a essere i protagonisti di un quadro, raccontando nella loro semplicità e bellezza la vita che rappresentano. Dobbiamo lasciare che il senso di istinto primordiale che risiede in ognuno di noi sia la nostra guida, la nostra chiave di lettura del mondo che ci circonda. Anche l'assimilazione e l'utilizzo delle tecnologie più avanzate deve essere filtrata da questa sensibilità.
Questo senso del mistero, dell'ignoto, deve regnare libero nell'arte. Deve esserci un elemento di dubbio perché in una "società delle certezze" non c'è spazio per l'immaginazione e tutto ciò che richiama l'immaginazione sembra finto, progettato in qualche ufficio per produrre un effetto particolare. Tracciamo confini distinti tra ciò che è veramente sentito, che proviene da quella parte "misteriosa" di noi stessi, e ciò che è falso e sfruttatore.
Una lavatrice rotta o una bicicletta arrugginita non sono arte; sono semplicemente una lavatrice rotta o una bicicletta arrugginita.
L'arte è un'altra cosa.
Nelle antiche caverne, dove i "cavernicoli" preistorici tracciavano le loro linee e stendevano i loro colori, è stata inventata ogni forma d'arte: figurativa, astratta, simbolica, concettuale... Il futuro della pittura era già tracciato, non mancava nulla.
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